domenica 11 ottobre 2015

La sera della vigilia

  Al tramonto mi rendo conto che non ce la posso fare, ho bisogno di un'altra valigia. Uno zaino da 25 litri, due valigie, una borsa. Vestiti, libri e libri, Pc, macchina da scrivere, scarpe da calcio, roba.
 In ritardo di 50 minuti arrivo al Zestea. Gli amici mi aspettano per aperitivo, mi regalano camicia e maglioncino e cintura. Ora li sto indossando.
 Segue cena con altri amici. Bigoli, salame, vino. Troppo vino. Con Elisa parlo di romanzi. Penso che un giorno scriverà qualcosa, le basta trasformare quel "vorrei" in un "devo"; è la vita: avere il fegato di trasformare i "vorrei" in un "devo".
 Dopo gli amari mi divincolo per vedere una persona.
 Lei è la ragazza che scalcia le foglie secche.
 Boh.
 È tardi quando la saluto, sarebbe meglio andare a dormire. Invece incontro due amici. Due birre a testa, ho la testa confusa.
 Alle 4 sono a letto. Non chiudo occhio. Mi girano intorno libri e libri, draghi, foglie secche.
 (adesso è oggi, non è più la vigilia, sono sul treno per Roma e vorrei dormire)

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