Stanotte, al ritorno da Roma, mi sentivo un po' come Frodo dopo essere guarito a Gran Burrone.
Spaesato.
Al termine di una Prima Prova, ci si chiede: Non finirà mica tutto subito?
Al contempo hai paura della Seconda e della Terza Prova, ma il ritorno
nella quiete di casa è un pensiero ancora peggiore; senti l'astinenza da
entusiasmo.
L'amico Francesco Trento ha detto che il mio progetto ha quasi la struttura narrativa del Viaggio dell'eroe.
Lui non lo sa, ma Scrittore per strada è nato anche perché sentivo di
non meritare la convocazione nella Nazionale Scrittori; lui si era
convinto ad accettarmi soprattutto grazie un mio tautogramma, su
Paperino; a me non bastava.
Tutto quanto di buono (buonissimo) mi è
capitato in questi mesi va oltre i miei meriti, ne sono certo.
L'accoglienza a Fasano: giuro, a momenti crollavo lì. Nell'auditorium
pieno.
Lui, sempre Francesco, a volte mi rimprovera l'eccessiva umiltà.
Non sa quanto un tempo ero presuntuoso e spocchioso. Poi, dieci anni
fa, ho fatto i conti: avevo una laurea di cui mi fregava zero, a calcio
ero un mediocre, sentimentalmente... silenzio.
Perciò avanti così, con paura e voglia di farcela. Tutto è in bilico, e cedevole. Ed è bello che sia così.
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