martedì 22 marzo 2016

Affaticamento all'avambraccio

 "I fatti vostri" mi hanno procurato circa 250 richieste di amicizia, ne deduco che la mia comparsata è andata bene.
 Non benissimo, però.
 Temo che sia passato questo messaggio: scrivo soltanto sciocchezzuole simpatiche, senza sostanza.
 Non è così, provo a dimostrarlo a chi mi conosce da poco con un tautogramma (spero) non banale:
 Aristotele, ancora adolescente, aveva avuto accesso all’associazione accademica.
 Appena apprese abbastanza, abbandonò Atene andando ad abitare ad Atarneo.
 Adulto, avviò alcuni allievi all’astronomia, all’aritmetica, all’anatomia, all’arte amatoria.
 – Adesso argomenteremo attorno agli affetti, – affermò Aristotele avvicinandosi adagio ad Alessandro, accomodandoglisi accanto. – Ascoltami anziché addormentarti.
 Alessandro annuì, assorto; adorava addottrinarsi. Ambiva ad apparire acculturato.
 – Avere amici aiuta ad affrontare avventure, almeno all’apparenza, azzardate. Appoggiati agli alleati adatti, alimenta accordi. Allontana atteggiamenti arroganti, autoritari, antipatici. Altrimenti accumulerai avversari.
 – Afferrato.
 – Andiamo avanti. All’amicizia aggiungiamoci attrazione: avvertiremo appetiti ancestrali, aspireremo ad accoppiarci.
 – Accopparci?
 – Anche, – Aristotele assentì.
 – Allora assomigliamo agli animali.
 – Altroché, Alessandro. Adesso allenati. Abituati all’autoerotismo: affaticandoti all’avambraccio approderai all’autonomia assoluta. Appagherai Apollo.
 – Addirittura?
 – Apodittico, – assicurò Aristotele accomiatandosi. – Arrivederci all’alba. Applicati assiduamente.
 P.S. da stasera fino al 7 aprile sarò a Napoli, chi viene a trovarmi in via Chiaia?

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