Dopo cinque giorni di Salone del libro mi sento un po' perso. Là avevo
la mia posizione, la mia fetta di moquette, i miei "compagni di banco".
Ho incontrato di persona chi avevo conosciuto solo via Skype, ho rivisto
amici e amiche di Firenze e Roma e Napoli, ho venduto un pacco (cioè un
sacco) di draghi e ho regalato tautogrammi a centinaia e centinaia di
visitatori e addetti ai lavori; alcuni tornavano per leggerne altri,
magari portando qualche collega [questo fa delle cose fighissime!]. Ho
insegnato a tanti bambini come funziona una macchina da scrivere, ho
bevuto in compagnia parecchi caffè, mi sono lavato i denti meno del
solito.
Tra un'ora al massimo mi posizionerò di nuovo in via Po,
come ieri, vediamo se diventerà il mio ufficio torinese. Starò dalla
parte destra, guardando il fiume.
P.S. al Salone c'era un enorme drago: un caso?
Nessun commento:
Posta un commento