venerdì 10 giugno 2016

Cronache valdostane

Ti svegli alle 7 dopo cinque ore di sonno (per molti è la norma, per me non lo è); fai colazione e vai in bagno, esci e punti Porta Susa, il cielo grigio promette ancora pioggia (per fortuna il cielo è spesso come i politici, promette ma poi deve fare i conti con le correnti). Mentre il treno passa dal Piemonte alla Valle d'Aosta il clima cambia: sbuca quella faccia tosta del sole tra le montagne. Alle 11 arrivi ad Aosta, esplori e vedi la casa di Anselmo e soprattutto trovi l'ufficio adatto; posizioni la Olivetti e tic tic, pochi si fermano, un ragazzo di origini siciliane prende un Drago, non vale, non è un valdostano Doc; un signore che ti chiede Cosa c@tzo fai per terra rimedia, lui è Doc e siamo a due, si alza un vento che ti scompiglia i (non molti) capelli sulla testa: pioverà? È il momento di ritirarsi, di pranzare sotto i portici di piazza Chanoux. Alle 15 torni sempre lì, lì nel mezzo, finché ce n'hai stai lì e tic tic, all'improvviso ti si avvicina più gente, volano via altri sei draghi; all'ora di aperitivo ecco due amici, è il momento di bere birra e di mangiucchiare. Cin cin.

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