C'è stato un momento nel 2014 in cui ho capito di avere toccato il
fondo, anzi no: peggio. Ero peggio dello scrittore che ricorre a frasi
fatte; mi ero reso conto di essere già in discesa: avevo smesso di
crescere. E l'ho capito soprattutto dal disprezzo e cinismo con cui
trattavo chi avevo intorno. Chi reputa gli altri uno schifo è spesso più
o meno inconsapevolmente insoddisfatto di sé.
In quel periodo avevo il piede rotto e perciò mi sentivo un invalido, avevo un lavoro precario e perciò mi sentivo uno scarto; mi sentivo vecchio e in caduta (perciò in sintonia coi miei capelli).
Poi è arrivata l'idea di Scrittore per strada e ora di nuovo mi pare di avere mille aspetti da sviluppare.
Ieri Davide in Corso Garibaldi mi ha ricordato quella sera del 2014. Mi
ha raccontato di cadute e rivincite, era piegato con le ginocchia a
rana e trasmetteva entusiasmo.
L'entusiasmo ti convince, nonostante
il male accaduto in passato a te e all'universo intero, di trovarti nel
migliore dei mondi possibili; lo stato attuale è così in funzione tua:
ogni evento è capitato all'unico scopo di farti sentire a posto come
ADESSO.
Faust dice all'attimo: Sei così bello, fermati!
E appena lo fa è perduto.
Oggi e domani per scappare al diavolo andrò al Parco Sempione; è il mio
ultimo weekend con la macchina da scrivere, qui a Milano.
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