sabato 13 agosto 2016

Ciao ciao Perugia

Cinque giorni. Abbastanza per affezionarsi a una città.
 Dopo la gita quotidiana (Spoleto, Spello, Assisi) ecco il bus per il centro: la salita lungo i tornanti e Perugia dall'alto; la bellezza dei secoli che si tengono per mano, sotto forma di palazzi e chiese e archi.
 Corso Vannucci e la mia postazione; la luce del sole si immerge, i tautogrammi vengono a galla. La gente mi sfila davanti, molti sono turisti e tra loro c'è Sara.
 Ciao, ci diciamo.
 Tra loro c'è pure chi mi fa: Walter, ma sei tu?
 È di Rovigo, è il padre di un Luca che ho allenato quando era un bambino; non sapeva del mio progetto, glielo spiego e lui prende un Drago per il figlio.
 Quando la stanchezza è troppa mi alzo e scendo, le scale mobili e le scale e basta mi portano giù, ma fino a un certo punto; da metà strada c'è solo asfalto in discesa e io col trolley a quattro ruote lo percorro di corsa nella penombra come un ladro, il bagaglio quasi senza attrito e le gambe quasi in volo, in libertà.

Nessun commento:

Posta un commento