martedì 14 marzo 2017

Dare draghi di domenica

Prendo il libro, mi dice domenica una ragazzina. Sembrava sicura e al contempo in bilico.
 La guardo; mi chiedo chi l'abbia mandata: mi spiacerebbe se (però amen) fosse stata una mamma mossa a compassione vedendo un (quasi) giovane per terra.
 Non vuoi sapere la trama?
 La ragazzina è in imbarazzo, forse non si aspettava che le ponessi delle domande.
 Non dare confidenza agli sconosciuti, le hanno insegnato i genitori. E poi la mandano da uno che sta (vive?) per strada.
 Ero passata stamattina con la mamma, mi spiega. In Viale Eritrea.
 Ah sì, ora ricordo.
 Si erano fermate e sua mamma mi aveva detto, dopo aver sentito la storia in breve, di non avere soldi; lo avrebbe preso nel pomeriggio se mi fossi posizionato nei paraggi.
 In genere sono scuse: è come se la parola data a uno che sta per strada non valesse.
 Non per tutti.
 Come vi chiamate tu e la mamma? Così vi scrivo la dedica.
 La ragazzina sorride e mi risponde.
 Quando le consegno il Drago, lei mi saluta e se ne va saltellando, come un cartone animato.

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