mercoledì 6 giugno 2018

Senza trasporto


A volte, chi non ti conosce ti fraintende. L’altro ieri ho pubblicato su Scrittore per strada un post in cui mi lamentavo di certi approcci; il problema è che dopo due anni e otto mesi, dopo aver conosciuto più o meno bene tra le diecimila e le ventimila persone, un po’ lo so come vanno le cose per strada. So che all’anziano medio non importa cosa scrivo, a lui (di solito è un lui) interessa solo sapere se è una Olivetti, Lettera 22 o 32. Poi ci sono gli aspiranti scrittori, quelli dal super ego li riconosci perché non gli frega di te e di cosa scrivi, ti dicono subito: Anch’io scrivo. Loro inviano racconti e poesie a tutti gli editori, inclusi quelli di cui non hanno mai letto un libro. A loro, in verità, dei libri gli importa zero; vogliono il proprio nome e cognome su una copertina, e basta; di solito sono maschi, mi guardano e pensano: Figata di idea, devo trovare qualcosa di simile, così si fa strada in Italia. Credono sia secondario come e cosa scrivi. Ecco, a me irrita chi mi si avvicina solo col fisico, senza trasporto verso di te: chi è concentrato su di sé pure mentre viene da te.

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