lunedì 27 maggio 2019

Cantami, città capitale

Sabato mi sono svegliato tardi, perciò per spacciare libri sono andato in Piazza della Madonna dei Monti, l'unico posto in cui c'è movimento pure verso le 14. La prima ora non passa benissimo, di italiani ce ne sono pochini; poi però qualche residente si manifesta per prendere il giornale o il pane. A un certo punto loro due mi vedono e si avvicinano:
 Ciao, mi dice la ragazza. Lei è mia mamma e volevo farle conoscere l'autore di quei racconti che ho appiccicato al frigo.
 Sono divertentissimi, mi dice la mamma. Ma quindi sei tornato a Roma? Mia figlia mi ha spiegato che sei itinerante.
 Giro ancora parecchio, ma vivo qui ormai da due anni e mezzo.
 E vedo che hai un nuovo libro, dice la ragazza.
 Sì, una raccolta di tautogrammi.
 Ventuno vicende vagamente vergognose, legge la mamma. Ma allora lo prendiamo! E stavolta voglio una dedica per me.
 E vi beccate un altro racconto da frigo, che nel libro non c'è. Un'ode a Roma.
 Che bello!
 Cantami, città capitale, come crollasti. Conquistavi continenti, contaminavi civiltà; creavi costruzioni colossali che catturavano, commovendo chiunque chiedesse cultura.
 Continua!
 Ciononostante covavi cattivi costumi.
 Conviene curarla!
 Concordo.

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