Ieri, Viale Libia. Roma.
Una signora mi si avvicina, col cane al guinzaglio. - Anch'io scrivo.
Ecco, parte male. Cerco di non darle corda. - Buon per te.
- Ho vinto sei concorsi di poesia.
Già mi immagino: premi letterari con targa in palio, giurie piene di
professori che scrivono come se fossimo nei primi del Novecento,
pubblico dai capelli tinti o stinti se non assenti. - A me non piace la
poesia.
- Ma la mia è poesia moderna, quasi prosa.
- Buon per te, - ripeto.
- Sabato prossimo, - si gira e indica un punto, - vicino alla chiesa
presento la mia raccolta di poesie. Penso che ti possa interessare.
Pensa male, dato che non sa nulla di me; non mi ha chiesto nulla di ciò che scrivo. - Sabato prossimo sarò a Milano.
- Peccato.
- Già.
- Be', io vado, - il suo cane intanto piscia a trenta centimetri da me. - Buona fortuna.
E se ne va lasciandomi una pozzangherina olezzante. La poesia.
Nessun commento:
Posta un commento