lunedì 12 novembre 2018

La poesia

Ieri, Viale Libia. Roma.
 Una signora mi si avvicina, col cane al guinzaglio. - Anch'io scrivo.
 Ecco, parte male. Cerco di non darle corda. - Buon per te.
 - Ho vinto sei concorsi di poesia.
 Già mi immagino: premi letterari con targa in palio, giurie piene di professori che scrivono come se fossimo nei primi del Novecento, pubblico dai capelli tinti o stinti se non assenti. - A me non piace la poesia.
 - Ma la mia è poesia moderna, quasi prosa.
 - Buon per te, - ripeto.
 - Sabato prossimo, - si gira e indica un punto, - vicino alla chiesa presento la mia raccolta di poesie. Penso che ti possa interessare.
 Pensa male, dato che non sa nulla di me; non mi ha chiesto nulla di ciò che scrivo. - Sabato prossimo sarò a Milano.
 - Peccato.
 - Già.
 - Be', io vado, - il suo cane intanto piscia a trenta centimetri da me. - Buona fortuna.
 E se ne va lasciandomi una pozzangherina olezzante. La poesia.

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