martedì 11 luglio 2023

Tornando da Ostia

 

Tornando da Ostia, l'ultima sera, dopo due ore di viaggio mi incammino da Largo Preneste per tornare a casa. Lungo la via in salita mi trovo davanti quattro ragazzi che giocano a calcio con qualcosa trovato accanto all'immondizia, non so cosa sia. Chiedo permesso e li supero, sento uno di loro dire:
Quello che ci ha appena passati-
Il resto mi sfugge, sono ormai distante. Non vedo l'ora di buttarmi sul letto, mancano dieci minuti alle 3.
Poi mi arriva il suono di qualcuno che si affretta alle spalle: è uno dei ragazzi, mi affianca e mi parla.
Spero di non essere molesto, nel caso me ne vado; posso farle una domanda?
Certo, sorrido; vedo l'ubriachezza sul suo viso e non credo che voglia chiedermi degli spicci. Sono curioso.
Noi siamo una generazione fluida, lo sa, molti non si riconoscono in un genere. Lei cosa ne pensa?
Glielo spiego e lui intanto ondeggia, mi chiedo se anch'io ero così quando alla sua età mi ubriacavo a morte.
Ho capito, rispetto molto la vostra opinione.
Dal Lei è passato al Voi. Si uniscono gli altri suoi compari, due maschi e una femmina; il più alto mi fa: La sta disturbando?
No, stiamo... filosofando.
Ubriachello indica il trolley e mi chiede: Viene da una vacanza?
Vengo da Ostia, faccio l'artista di strada e lì dentro c'è una macchina da scrivere.
No, ma sul serio? Che figata!
Il ragazzo alto mi chiede: E cosa scrive?
Datemi del Tu. Scrivo romanzi e racconti, ma per strada scrivo soprattutto storie strane in cui tutte le parole iniziano con la stessa lettera.
Figo! Fatecene sentire uno, dice Ubriachello di nuovo ricorrendo al Voi.
Vado, loro ascoltano, Ubriachello a bocca aperta. Poi ridono e il ragazzo alto applaude, allora gli altri lo seguono.
Giovincelli, adesso vado a nanna; sono cotto.
Ci stringiamo le mani e ci diciamo i nomi, ci salutiamo. Riprendo la marcia e sento dietro: Ma per voi quanti anni aveva?

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