È bello che dopo 9 anni succeda ancora qualcosa di sorprendente.
Ieri giornata freschina, ma soleggiata; l'ideale per una vasca in centro col berretto e la sciarpa.
La gente sorride, mi sorride, mi si avvicina. I genitori spiegano ai figli che sto usando un reperto d'epoca, i nonni mi chiedono il modello: Lettera 22? No, 92. Ah, e se ne vanno contrariati. Come minimo sarà una Olivetti di fine anni Ottanta, troppo giovane.
Arriva la penombra, c'è un momento di stanca, forse la gente sta facendo la merendina col tè caldo.
Si riattiva la situazione verso il crepuscolo, quando arriva un uomo traballante dalla barba sfatta.
Si piega e mi chiede se voglio del "drive". Non so cosa sia, ma immagino droga. No, grazie.
Erba buona, mi dice.
Non fumo, mi spiace.
Dammi dei soldi.
Con tutte le persone che stanno passando, a me li chiedi?
Dammi dei soldi.
No (dato come li usi).
Ti prendo a calci la roba, ti sfascio tutto.
Non so che fare, ma temo che la sua non sia solo una minaccia. Tiro fuori un euro e lui nel prenderlo quasi mi stritola le dita.
Dammene tre.
No.
Si predispone a fare qualcosa, tiro fuori un altro euro. Basta così.
Biascica una frase incomprensibile e se ne va, il suo odore mi si infila nel naso.
Provo un fastidio indicibile e non per i due euro, figuriamoci, penso di anticipare l'orario di chiusura. Poi mi calmo, almeno finisco questo racconto, altrimenti mi porto a casa il prurito.
Trascorrono i minuti che servono a tranquillizzarmi e si avvicina una signora, ci siamo già incontrati, vuole fare un regalo a due sue colleghe ed è contenta di avermi ritrovato.
Anch'io sono contento, non può immaginare quanto mi abbia risollevato la sua gentilezza.
lunedì 16 dicembre 2024
Dammene tre
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