Fino a ieri entravo in bagno e chiedevo: "Specchio, servo delle mie
brame, chi è il più noto tautogrammatore vivente del reame?".
"Umberto Eco", rispondeva lo specchio. "Il suo Povero Pinocchio lo conoscono milioni di persone".
Oggi ho avuto una risposta diversa; ciao Umby, questo è per te:
Scusami Santippe,
se spesso sono stato sgarbato, se sembro scansafatiche stando sempre sulla strada, senza scopo.
Sul serio senza scopo? Sbagli, Santippe. Speculare sullo spirito serve.
– Socrate! – sai solo sgridarmi. – Smettila! Stai scialacquando secondi; stai sperperando settimane, secoli!
– Silenzio, sposa sempliciotta. Semmai si sprecano soldi sovvenzionando sofisti spocchiosi.
– Sparisci subito! – sbraitavi sabato sera. – Smamma! – strillavi sganciandomi secchiate sulla schiena.
Scocciato sgambettai sui sandali seguendo sentieri scuri, scoscesi,
sdrucciolevoli; scesi sinché scorsi Senofonte spaparanzato sulla sabbia,
supino, sotto stelle splendenti.
– Salve.
– Saluti, Socrate, – sorpreso si sollevò su. – Stavate svolgendo sport? Siete sudatissimo.
– Sfidare sottane stressa, – spiegai schiaffeggiandolo sulla spalla sinistra, – soprattutto se si subiscono sconfitte.
– Sediamoci, – suggerì Senofonte spogliandosi, – sottomettetemi, –
sfoggiava sorrisi seduttivi, – se supponete susciti sollievo.
Scusami, Santippe. Sono stato sorpreso sulla spiaggia sopra Senofonte:
sostengono sia sodomita, sebbene stessi soltanto seminando saggezza.
Saprai sorvolare sulla scappatella? Situazioni simili succedono se si sta stesi, sentimentalmente.
Stamattina sono stati severi sulla sentenza: sarei sia sacrilego sia sovversivo.
Suvvia scagionami, supportami, soccorrimi!
Sennò sorseggerò sostanze sgradevoli, suicidandomi.
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